Critiche alla vaccinazione di massa contro il papillomavirus umano


Secondo un editoriale, pubblicato sul Canadian Medical Association Journal ( CMAJ ), è d’obbligo una riflessione prima di avviare una campagna vaccinale di massa contro il papillomavirus umano ( HPV ).

Abby Lippman della McGill University a Montreal in Canada, e colleghi hanno compiuto un’analisi delle questions & cautions sulla vaccinazione anti-HPV.

Non esiste al momento un’epidemia di tumore cervicale per giustificare l’urgenza del programma vaccinale anti-HPV.
Secondo i dati canadesi sui tumori, il carcinoma cervicale rappresenta l’11° tumore più frequente, che colpisce le donne canadesi, ed è la 13.a causa più comune di morte correlata al tumore, con circa 400 morti/anno.
Sia l’incidenza che la mortalità del tumore della cervice sono in fase calante.

Il tumore invasivo della cervice segue un decorso progressivo lento, che può anche essere arrestato in una delle varie fasi di sviluppo.
La bassa mortalità da tumore della cervice è dovuta sia alle migliorate condizioni igieniche che al più frequente ricorso al Pap-test.

La maggior parte delle infezioni da papillomavirus umano ( HPV ) si risolvono spontaneamente.
E’ stato osservato mediante l’ausilio di tecnologie di identificazione molecolare, che la clearance avviene entro 1 anno in circa il 70% delle donne, ed entro 2 anni nel 90%.
Questo sta ad indicare che il tumore non si svilupperà nella maggior parte delle donne, che risultano essere state infettate con ceppi di HPV ad alto rischio.

La natura di un programma di vaccinazione deve necessariamente dipendere dalla definizione di obiettivi chiari e tangibili. Ma gli scopi della vaccinazione contro il papillomavirus non sono stati esplicitati.
Il programma vaccinale intende eradicare dalla popolazione i sierotipi di HPV ad alto rischio ? o intende ridurre il numero delle morti di carcinoma della cervice ?
Questi differenti obiettivi richiedono strategie diverse. Ad esempio, per eradicare i ceppi virali patogeni è necessario vaccinare sia i ragazzi che le ragazze.
La riduzione della mortalità da tumore della cervice richiede l’uso di un vaccino diretto contro tutti i sierotipi oncogenici di HPV, e non solo contro i sierotipi 16 e 18 dell’attuale vaccino, che sarebbero responsabili del 70% dei casi di tumore.

L’efficacia del vaccino Gardasil rimane non definita; nel breve periodo sia il vaccino quadrivalente Gardasil che il vaccino bivalente concorrente Cervarix appaiono essere efficaci, rimangono i dubbi sul lungo periodo.
Non è nota infatti la durata della protezione immunologica conferita dal vaccino nei confronti dei sierotipi 16 e 18 di HPV.
Non è neppure noto se il vaccino sia in grado di modificare la storia naturale dell’infezione virale.

Negli studi clinici che hanno valutato Gardasil, sono state arruolate poche ragazze ( circa 1200 di età compresa tra 9 e 15 anni ); le più giovani sono state seguite solamente per 18 mesi.
Il programma vaccinale si basa sul presupposto che le ragazze di 9-13 anni non abbiamo avuto rapporti sessuali e pertanto non siano state esposte al virus HPV.

La vaccinazione di massa con Gardasil è la più costosa vaccinazione proposta per i soggetti in età pediatrica ( in Canada 3 dosi di Gardasil costano 404 dollari ).
La mancanza di dati di efficacia rende difficile stimare il costo-beneficio della vaccinazione contro il papillomavirus umano.
Le ragazze e le donne, anche se vaccinate necessitano di praticare sesso sicuro e di eseguire ancora il Pap-test. ( Xagena_2007 )

Lippman A et al, CMAJ 2007; Early release



Link: MedicinaNews.it


XagenaFarmaci_2007