Zostavax, un vaccino per la prevenzione dell'herpes zoster


Zostavax è un vaccino con virus attenuato della varicella-zoster, che trova indicazione nella vaccinazione di soggetti di età pari o superiore a 60 anni, per prevenire l'herpes zoster ( noto anche come zoster o fuoco di Sant'Antonio ) e la nevralgia post-erpetica associata allo zoster, ossia il dolore neurogeno di lunga durata che segue all'episodio erpetico.

Zostavax è costituito da due distinti componenti: un flaconcino di polvere da conservare congelato e una fiala o una siringa preriempita di solvente da conservare in frigorifero o a temperatura ambiente. Immediatamente prima della somministrazione, il medico o l'infermiera deve ricostituire la sospensione da iniettare, sciogliendo la polvere congelata nel solvente. La sospensione viene quindi iniettata per via sottocutanea preferibilmente nella parte superiore del braccio.

Lo zoster, o fuoco di Sant'Antonio, è una malattia causata dal virus della varicella-zoster, lo stesso virus che causa la varicella. Lo zoster si sviluppa in persone che hanno avuto la varicella in tenera età. Dopo aver avuto la varicella, il virus che ha causato la malattia permane a livello latente all'interno del corpo, più precisamente nel sistema nervoso. Talvolta, solitamente nelle persone anziane, e per ragioni non ancora chiarite, il virus si attiva nuovamente causando l'herpes zoster, caratterizzato da rash doloroso con vescicolazioni, concentrato solitamente in una parte del corpo. Il rash può durare per diverse settimane prima di scomparire. Dopo la guarigione delle vescicole, il dolore può durare mesi o anni ed essere intenso. Questo dolore neurogeno di lunga durata viene indicato come nevralgia post-erpetica.
Il rischio di sviluppare lo zoster si ritiene correlato ad una riduzione dell'immunità specifica contro il virus della varicella-zoster. Zostavax è un vaccino che ha dimostrato di stimolare questa immunità specifica, che si ritiene essere il meccanismo grazie al quale proteggersi dallo zoster e dal dolore che tale malattia comporta.

Il principale studio condotto rispetto a placebo ha interessato oltre 38.500 soggetti, di età tra i 59 e i 99 anni. Lo studio è stato condotto in doppio cieco. I pazienti sono stati tenuti sotto sorveglianza per un periodo da 2 a 4.5 anni dopo la vaccinazione.
Il livello di efficacia di Zostavax è stato fissato in base al numero di persone che sono state colpite da herpes zoster e dolori post-erpetici durante lo studio.

Zostavax si è dimostrato più efficace del placebo nel prevenire lo sviluppo dello zoster. Un minor numero di soggetti ha sviluppato lo zoster dopo avere ricevuto il vaccino Zostavax rispetto ai soggetti che avevano ricevuto il placebo: 315 dei 19.254 pazienti che hanno ricevuto il medicinale hanno sviluppato lo zoster durante lo studio, contro 642 dei 19.247 che hanno ricevuto il placebo. Ciò significa che la somministrazione di Zostavax consentirà di ridurre, nell'arco di un anno, l'incidenza dei casi di zoster da 11 a 6, per ogni 1 000 persone.
Zostavax si è inoltre rivelato più efficace rispetto al placebo nella nevralgia posterpetica: 27 dei pazienti vaccinati con Zostavax hanno sofferto di nevralgia post-erpetica, rispetto agli 80 del gruppo trattato con placebo.

Durante gli studi effettuati, gli effetti indesiderati più comuni ( riscontrati in più di un paziente su dieci ) sono stati reazioni nel sito di somministrazione ( rossore, dolore, gonfiore, prurito, sensazione di calore ed ecchimosi ).

Zostavax non dovrebbe essere impiegato nei soggetti ipersensibili ( allergici ) ad uno qualsiasi dei componenti del vaccino, ivi compresa la Neomicina, un antibiotico. Ugualmente il vaccino non deve essere somministrato in soggetti che presentano disturbi del sistema immunitario, sia perché affetti da malattie quali leucemia, linfoma, AIDS, ovvero che presentano un indebolimento del sistema immunitario conseguente all'uso di medicinali. Infine il vaccino non deve essere somministrato in pazienti che soffrono di tubercolosi attiva non-trattata ed in gravidanza. ( Xagena_2006 )

Fonte: EMEA, 2006



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